Polinesia, il luogo della perfetta felicità
Lontane come un miraggio, leggendarie come i racconti dei marinai, indimenticabili come un bel sogno, dolci come il profumo di fiori tropicali che satura l'aria.... Si potrebbe continuare all'infinito, cercando le metafore più intriganti per descrivere la bellezza della natura, la sensualità e la spontaneità della gente, l'incanto del mondo sottomarino e dei suoi variopinti abitanti.
È facile comprendere come artisti sensibili come pittori, scrittori e compositori siano rimasti soggiogati dal fascino di queste isole e abbiano cercato, ciascuno con il proprio stile, di catturarne lo spirito, l'intima essenza. Ai fortunati che stanno per intraprendere una vacanza in questi luoghi, noi - più umili ma non meno entusiasti estimatori della loro bellezza - suggeriamo di non fermarsi alla superficiale immagine di paradiso lontano, tanto reclamizzata, ma di viaggiare in modo attento e curioso, rispettoso e consapevole di diversità e trasformazioni.
In Polinesia siamo nell'Oceano assoluto, quasi un concetto astratto, siamo a tu per tu con il mito che ci avvolge, ci seduce, ci incanta. Del resto, come non restare soggiogati da questa natura di vulcani emersi, foreste traboccanti di essenze aromatiche, mari dalle acque cristalline, che esploratori come De Bougainville e James Cook non hanno esitato a descrivere come il luogo della perfetta felicità?
Una manciata di perle nell'oceano, atolli che si sgranano tra la linea del Tropico del Capricorno e l'Equatore, un irresistibile susseguirsi di emozioni e coup de cœur che hanno catturato da sempre la fantasia di esploratori, viaggiatori in fuga e spiriti inquieti, alla ricerca di un altrove, di un luogo incontaminato e sereno, romantico e seducente.
Millecinquecento chilometri a nord-est delle Isole della Società, le più conosciute e blasonate della Polinesia, le Marchesi sono una magnifica sorpresa. Non lagune turchesi e sabbie coralline, ma crinali di basalto e cime aguzze ricoperte di foreste lussureggianti, mentre l'assenza di barriere coralline lascia le coste frastagliate e selvagge. Qui, affascinati dal senso della natura come rifugio lontano dalla civiltà, vennero scrittori come Jack London, Melville e Stevenson; Paul Gauguin vi si stabilì celebrandone definitivamente il mito, e il poeta cantante Jacques Brel elesse anch'egli Hiva Oa come luogo ove trascorrere gli ultimi anni della propria vita.
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